Cosa ci porta a scoprire la reflessologia plantare
Da sempre sono affascinata dal fatto che una parte del nostro corpo possa raccontare la nostra struttura complessiva, i nostri talenti, la nostra storia, le nostre possibilità… Semplicemente noi siamo e ogni parte del nostro corpo, come un ologramma, possiede l’immagine completa di noi.
Le domande che dovremmo sempre porci sono: come, dove, quando e perché? La reflessologia plantare ci invita a seguire questa strada, ci stimola ad osservare con più attenzione i piedi di chi ci è vicino e i nostri nel tentativo di conoscere, capire il perché di un dato atteggiamento, di una certa caratteristica sia essa rinforzante oppure indebolente il nostro fisico, la nostra anima… Ed è sorprendente come a volte il trattamento reflessologico risponda perfettamente alle nostre ipotesi, ipotesi fatte osservando e ascoltando l’assistito, i suoi disturbi e i suoi obiettivi, quando, insomma “i conti tornano”, i punti dolenti al massaggio sono proprio quelli che riflettono il disequilibrio esposto.
Ma è ancora più sorprendente quando “i conti apparentemente non tornano” e punti diversi da quelli supposti durante l’ascolto della persona trattata risultano dolenti invitandoci a scoprire nuove vie, più celate, ma pronte a rivelarsi.
In questo caso la reflessologia ci pone di fronte uno specchio che riflette una immagine diversa da quella in cui l’assistito si riconosce e permette di portare in superficie vecchie ombre, conflitti, cicatrici che nel profondo non permettono alla persona di evolvere e di liberare tutte le sue potenzialità.
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